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Arabia Saudita.

Stato (2.149.690 kmq; 22.673.538 ab.) dell'Asia sud-occidentale. Occupa i due terzi della penisola arabica ed è costituito dall'unione dei Regni di Neged e Hegiaz e dei tre Emirati di 'Asir, Najran e al-Hasa. Confina a Nord con la Giordania, l'Iraq e il Kuwait; a Est con il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti; a Sud con lo Yemen e l'Oman; a Ovest si affaccia sul Mar Rosso. Capitale: Riyadh. Città importanti: La Mecca, Gidda e Medina. Ordinamento: Monarchia ereditaria assoluta. Dal 1992 è stata varata una legge fondamentale che prevede l'affidamento al re del ruolo di primo ministro e la facoltà di nominare altri ministri; inoltre è stata istituita l'Assemblea consultiva che ha il compito di coadiuvare il sovrano in politica interna ed estera. Moneta: riyal. Lingua ufficiale: arabo. Religione: musulmana di rito sunnita. Popolazione: è costituita da Arabi (88%), neri (1,5%), asiatici (1%), altri (9,5%).

GEOGRAFIA

Il territorio, per quanto vario, ha una sua unità nella particolare struttura della penisola arabica, formata dal sovrapporsi di piani su un sostrato cristallino, frammento del continente africano al quale era anticamente unito. La costa occidentale è orlata da rilievi che scendono ripidi al Mar Rosso. All'interno si estendono vasti tavolati intervallati da coperture sabbiose tra le quali il grande deserto Rub' al Khali. Il clima è prevalentemente arido; le temperature molto elevate (mediamente 34 °C in estate e 24 °C in inverno). Le piogge si verificano tra ottobre e novembre ma sono molto brevi e scarse (solo 100 mm annui). La scarsa piovosità determina la quasi assenza di fiumi a esclusione degli uisan ai quali si uniscono falde acquifere che originano oasi come quella di Riyadh. La flora presenta in genere cespugli spinosi mentre lungo gli uisan si trovano tamerici, acacie. La palma da dattero domina nelle oasi.
Cartina dell'Arabia Saudita


ECONOMIA

L'economia dell'A.S. è basata sostanzialmente sul petrolio: il Paese possiede infatti il 24% del totale stimato delle riserve del petrolio mondiale e figura come il più grande esportatore di petrolio, svolgendo un ruolo principale nell'OPEC. Il settore petrolifero rappresenta l'80% delle entrate del bilancio, il 40% del PIL e il 90% degli incassi dovuti all'esportazione. I maggiori giacimenti si concentrano nella Regione Orientale e sul Golfo Persico. Attraverso una rete estesa di oleodotti il greggio viene trasportato alle raffinerie. L'agricoltura impiega solo il 13% della forza lavoro e produce il 7% del prodotto nazionale lordo, a causa degli enormi disagi conseguenti alla scarsità d'acqua, all'elevata salinità del suolo e alle dimensioni limitate della maggior parte delle proprietà. Tuttavia è oggetto di particolari cure e di investimenti per l'irrigazione e il miglioramento delle infrastrutture rurali, e l'incessante messa a dimora di alberi mira a prevenire l'avanzata del deserto. L'A.S. ha raggiunto l'autosufficienza nella produzione di frumento, legumi, pollame e uova. Sono inoltre coltivati sorgo, miglio, mais, orzo, datteri e ortaggi. Per quanto riguarda l'allevamento, si è avuta un'espansione di quello ovino e di quello caprino a spese di quello dei cammelli. Tra le risorse minerarie abbondano anche la bauxite, il ferro e il rame. L'industria è collegata al settore petrolifero. Sono in crescita l'industria meccanica, siderurgica ed edile.

STORIA

L'A.S. si costituì formalmente nel 1932; la sua genesi tuttavia fu l'esito di un lungo processo storico, la cui origine viene fatta coincidere con quella dell'attuale casa regnante. I Sauditi erano un'antica famiglia beduina del Neged centrale, che comparve sulla scena della storia nel XVIII sec. Ricollegandosi al movimento rigorista dei Wahhabiti, uno dei suoi membri Muhammad Ibn Saud riprese il messaggio della setta in nome di una rigenerazione dell'Islam e di una riunificazione delle tribù contro il dominio ottomano. Alla fine del primo decennio del XVIII sec., i Sauditi avevano conquistato quasi tutta la penisola escluse le terre sud-orientali. Questa prima offensiva venne però bloccata dal pascià d'Egitto Mehmet Alī (1813-1818). La restaurazione della dinastia e la formazione dello Stato odierno si devono ad Abd al-Azīz III, il quale occupò il Neged tra il 1902 e il 1904 e nel 1913 si annetté il sangiaccato di Hasa. Caduto l'Impero ottomano nel 1918 Abd al-Azīz intraprese una serie di annessioni: nel 1926 occupò l'Hegiaz di cui assunse la corona. Nel 1927 fu riconosciuto dalla Gran Bretagna re dell'Hegiaz, del Neged e delle dipendenze. Nel 1932 il Paese prese il nome di Regno Arabo Saudita. Nel 1934 furono regolarizzati i rapporti con lo Yemen con l'incorporamento dell'Asir-Najran e vennero stabiliti accordi di non aggressione con i Paesi confinanti (Iraq nel 1936 e Yemen nel 1937). Mutamenti di fondo si ebbero in economia con la scoperta dei giacimenti petroliferi. Nel 1943 le pretese dello Yemen sulla regione provocarono la guerra, che si risolse a favore dell'Arabia. Nel 1945 l'A.S. aderì alla Lega araba. La rivalità con l'Iraq e gli Hascimiti indusse i due sovrani Ibn Saud I e Ibn Saud II a una politica filo-egiziana. Quando l'Egitto però si fece promotore di un movimento arabo progressista l'A.S. si orientò verso una linea conservatrice. Alla fine degli anni Sessanta l'A.S. con il re Faysal assunse la leadership dei Paesi Arabi, liberandosi completamente delle influenze inglesi. Cresciuta nel frattempo la tensione tra A.S., filoamericana, e la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, filocinese, nel 1969 scoppiò una serie di conflitti lungo la frontiera. Nel 1970 si verificarono episodi di attrito con la Siria; nello stesso anno l'A.S. riconobbe lo Yemen, e nel 1971 l'Oman. Nel 1971 l'Egitto riconobbe l'A.S., e questa si impegnò a versare alcuni contributi per la chiusura del canale di Suez. Dopo il trattato di amicizia tra Iraq e URSS nel 1972, l'A.S. smise di intrattenere rapporti diplomatici con l'Iraq. Durante i conflitti arabo-israeliani, pur dichiarandosi contro Israele, l'A.S. non intervenne militarmente. Nel 1975 re Faysal venne assassinato e gli successe il fratello Khaled, il quale mantenne una linea di governo conservatrice. Durante i negoziati di Camp David (1979) gli Arabi si schierarono contro gli accordi e contro l'Egitto (conferenza di Baghdad, 1978). Nel giugno del 1982 re Khaled morì e gli successe il principe Fahd, il quale presentò un piano di pacificazione (con il ritiro dai Territori occupati e il riconoscimento implicito di Israele, e la nascita di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme) che negli anni successivi divenne la posizione ufficiale degli Stati arabi moderati circa la questione medio-orientale. In seguito alla crisi economica mondiale, nel 1983, l'A.S. ridusse fortemente la produzione di petrolio, pur rimanendo uno dei maggiori produttori di petrolio nel mondo. Nel 1985, a causa di una mancata fornitura di missili anti-aerei e anti-nave, le relazioni fra Stati Uniti e A.S. divennero tese al punto da consentire a re Fahd l'invio di aiuti economici alla Libia colpita dall'embargo americano. Nello stesso anno la produzione di greggio segnò il livello più basso degli ultimi vent'anni per la diminuzione della domanda mondiale, provocando un'inevitabile recessione economica e l'inizio di un deflusso migratorio di lavoratori stranieri verso i Paesi di provenienza. Nel frattempo si fecero sempre più tesi i rapporti dell'A.S. con gli altri membri dell'OPEC in merito alle decisioni sui tagli alla produzione petrolifera. Nel 1987, alla Mecca, alcune migliaia di pellegrini iraniani organizzarono una violenta dimostrazione antiamericana, duramente repressa dalle autorità locali. Le 400 vittime provocate dagli scontri, oltre a esacerbare ulteriormente i rapporti fra A.S. e Iran, costrinsero il Governo di Riyadh a limitare, a partire dal 1988, l'afflusso dei pellegrini iraniani ai luoghi sacri. Dopo la morte dell'ayatollah Khomeini (1989), grazie alla mediazione della diplomazia pakistana, i governi dei due Paesi, da tempo ostili, si riavvicinarono. Parallelamente al ritiro dell'Armata Rossa dall'Afghanistan, migliorarono anche i rapporti con il regime di Mosca. Nel 1990, con l'invasione militare del Kuwait da parte dell'Iraq, l'A.S., sentendosi minacciata dalle mire espansionistiche di Saddam Hussein, chiese l'intervento degli Stati Uniti nel Golfo Persico. Scoppiata la guerra, il Paese combatté in prima linea accanto alle forze alleate occidentali sino alla conclusione vittoriosa del conflitto (1991). Nel 1992 re Fahd promulgò la "Legge fondamentale del potere" - una sorta di Costituzione, la prima dalla nascita della Monarchia nel 1932 - la quale stabilisce che tutte le leggi devono ispirarsi al Corano e istituisce inoltre un Consiglio consultivo con il compito di discutere gli indirizzi politici dello Stato. Nel 1993 il re si dedicò alla riorganizzazione delle istituzioni religiose del Regno, creando un ministero per gli Affari islamici e istituendo la carica di gran mufti, con rango ministeriale, in grado di promulgare le fatwe (decreti religiosi). Inoltre, le relazioni interarabe videro il governo di Riyadh incoraggiare il processo di pace in Medio-Oriente, con il riconoscimento dell'accordo di Gaza e Gerico del settembre 1993. Un segno di distensione si registrò il 24 gennaio 1994 quando Arafat fu ricevuto in visita ufficiale per la prima volta dopo la guerra del Golfo. Nella guerra civile scoppiata in Yemen (maggio-luglio 1994), l'A.S. sostenne lo Yemen del Sud secessionista, essendosi già nel 1990 dimostrata contraria per interessi di confine alla riunificazione del Paese e ancora desiderosa di far scontare al governo di San'a la posizione filoirachena assunta durante la guerra del Golfo. Sul versante interno, il Governo di Riyadh si trovò nel 1995 alle prese con un malessere diffuso, legato al crescente disavanzo pubblico e al ristagno internazionale dei prezzi petroliferi. Verso la fine del 1995 Fahd si ammalò e fu costretto ad allontanarsi dalla scena politica fino alla seconda metà del 1996. L'ostilità di una parte della popolazione verso gli Stati Uniti si accentuò, giungendo al punto critico con l'attentato alla base nord-americana di El Khobar, il 25 giugno 1996. Gli Stati Uniti rafforzarono le misure di sicurezza e richiesero che si indagasse per scoprire i responsabili, temendo un riacutizzarsi della violenza. Nello stesso anno continuarono le lotte in seno alla famiglia reale per la successione del settuagenario re, mentre la crisi sociale causò la radicalizzazione dei settori islamici ostili alla politica filo-statunitense di Fahd. Nel 1997 la tensione tra Washington e Baghdad compromise l'alleanza con gli Stati Uniti. Nel 1998 l'aumento delle spese militari e il calo delle esportazioni causarono un grave deficit, che costrinse il Governo a ridurre i servizi sociali e a ridimensionare i privilegi dei nobili. Nel 2000 una nuova legge consentì a privati e imprese stranieri di assumere il controllo di progetti industriali sauditi, compresi quelli relativi al petrolio. Il 12 giugno 2000 fu raggiunto un accordo con lo Yemen per la ridefinizione dei confini tra i due Stati: venne così chiusa una controversia che andava avanti dal 1930. Dopo gli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono dell'11 settembre 2001, re Fahd sottolineò con fermezza l'impegno del suo Paese (patria di Osama Bin Laden, ritenuto il responsabile della strage) contro il terrorismo. Nel 2002 si riaprirono i confini con l'Iraq dopo 12 anni di chiusura conseguente all'invasione irachena in Kuwait. Nel novembre dello stesso anno il ministro degli Esteri saudita precisò che il Governo non avrebbe dato l'autorizzazione alle truppe statunitensi di stanza nel Paese per procedere ad attacchi diretti all'Iraq nell'eventualità di una guerra che opponesse i due Paesi ostili. Nell'aprile 2003, dopo la fine del conflitto in Iraq, gli Stati Uniti comunicarono l'intenzione di ritirare le truppe presenti sul territorio dal 1991: il Governo di Riyadh si affrettò a sottolineare che l'alleanza con gli Americani sarebbe però perdurata. Nel maggio dello stesso anno una serie di attentati kamikaze aventi per obiettivo edifici frequentati principalmente da Statunitensi, e da Occidentali in genere, terrorizzò la capitale saudita poche ore prima dell'arrivo in città del segretario di Stato statunitense Colin Powell. I sospetti sulla responsabilità degli attentati si concentrarono subito sull'organizzazione terroristica islamica Al-Qaeda (V.). In ottobre la capitale saudita ospitò la prima conferenza sui diritti dell'uomo. Nell'occasione venne dato l'annuncio che entro un anno si sarebbero tenute le elezioni di 14 concili municipali, le prime consultazioni nel Paese dal 1932. In ottobre ripresero gli attentati imputati ad Al-Qaeda (V.) che continuarono anche nei mesi successivi causando alcune decine di morti. Tra il febbraio e l'aprile del 2005 si tennero le consultazioni elettorali amministrative a cui partecipò solo l'elettorato maschile e che si conclusero con la vittoria dei conservatori. Il 1° agosto 2005 venne dato l'annuncio della morte di re Fahd, sostituito al trono dal fratello, principe Abdullah. Nel gennaio 2006, 362 pellegrini persero la vita a Mina, nei pressi della città santa della Mecca, durante il tradizionale pellegrinaggio ai luoghi sacri all'Islam, e altri 70 morirono in seguito al crollo di un albergo a La Mecca.

LETTERATURA

L'estremo conservatorismo dei wahhabiti e la struttura tribale hanno determinato nel Neged e anche nell'Hegiaz il mantenimento di una letteratura dalle forme conservatrici, in cui prevalgono il panegirico e l'elegia. Tra i poeti possono essere ricordati Muhammad ibn Surur as-Sabban, Ahamad Ibrahim al-Ghazzawi, Abd al-Haqq an-Naqshibandi, Ahmad al-Arabi, Ahmad Quindil, Husayn Sarhan e Ibrahim ibn Gha'is. Rispecchia molto bene le difficoltà di un mondo in rapida trasformazione l'opera del principe Abdallah al-Faysal Al Saud. Nella narrativa dominano il racconto breve (Suba i Uthman e Abd Allah as Salmi) e il romanzo: principale scrittore, considerato uno dei maggiori testimoni della letteratura di tutto il modo arabo, è Abd ar-Rahman Munif.

ARTE

Del periodo preislamico non rimangono molti reperti. Nelle regioni orientali restano alcune testimonianze sia nell'Hegiaz che nell'Asir. A Nord-Ovest, nell'oasi di Tayma, i resti delle mura di cinta di un palazzo che il re babilonese Naboide si fece costruire nel VI sec. Tutto intorno si sono ritrovati tumuli recanti in cima un monumento funerario, che ricordano gli ziggurat babilonesi o le piramidi a gradoni. Resti della colonizzazione delle popolazioni dell'Arabia del Sud (i Minei) si ritrovano in altre oasi come Dedan, Hegra e nell'Hegiaz del Nord dove si ritrova il repertorio naturalistico dei Minei: leoni a mezzo rilievo posti a guardia di monumenti funebri, file di stambecchi o struzzi. Nel I sec. a.C. le popolazioni del Nord Arabia e i Nabatei di Petra introdussero elementi aramaico-siriani che si fusero con elementi egizi ed ellenistici. Si formò così uno stile classico orientale che si ritrova nelle merlature delle facciate, nelle necropoli di el-Higr, nel santuario di Hegra, nel tempio di Qasr Kurayyim Said e nel tempio di Ruwafa. La celebre moschea di La Mecca presenta una cinta muraria che nella forma si rifà ai culti politeistici preislamici, mentre l'altra grande moschea di Medina, sorta come ampliamento della casa di Maometto, ci è giunta nella forma ricostruita dai Turchi nel 1853-54. Nell'Asir si è conservata l'architettura di tradizione sudarabica, con case e torri costruite a scalata a piani alterni di mattoni e lastre di ardesia a difesa della pioggia. A Gidda l'influenza egiziana ha introdotto il modello della casa a più piani con finestre e balconi chiuse da grate di legno traforate che permettono l'aerazione dei locali pur preservando l'intimità della casa.
Case tipiche a Gidda

Panorama di Riyadh